Investimenti finanziari e rischio sono come luci e ombre: esclusi scenari ideali, che qui non consideriamo, dove c’è l’una ci sono per forza anche le altre. Senza rischi non possono esistere investimenti e rendimenti.

Puoi scegliere di fare trading discrezionale oppure trading sistematico; puoi preferire titoli, indici azionari, Forex o altro. Quel che è certo è che, qualunque strada tu decida di imboccare per fare trading o per gestire i tuoi investimenti, il fattore di rischio sarà sempre e comunque fra i tuoi compagni di viaggio. Cosa fare, allora?

Se è impossibile eliminare il rischio dalle attività di trading, è però possibile controllarlo. Ogni trader sa che proteggere il proprio portafoglio è tanto importante quanto il valorizzarlo. Per questo, uno dei tuoi principali obiettivi deve essere quello di monitorare e limitare il rischio al meglio. In altre parole, dovrai elaborare una strategia di copertura (o hedging).

L’hedging e i prodotti derivati

Chiaramente, si tratta di una tematica che meriterebbe un intero trattato a sé. Per le finalità di questo articolo, limitiamoci a ricordare che l’hedging consiste nell’effettuare una o più operazioni d’investimento con l’obiettivo di guardarti le spalle dai rischi legati ad un’altra posizione aperta.

Potrebbe sembrare indice di un approccio cauto all’investimento, destinato ad offrire un rendimento al di sotto della media del mercato. Al contrario, le tecniche di copertura sono fondamentali in campo finanziario; non solo per chi gestisce un portafoglio di titoli, ma anche per imprese e investitori privati.

Attuare queste manovre comporta però un costo da pagare. Decidendo di tutelarti dal rischio derivante da una posizione aperta, quindi, dovrai accettare la riduzione dei tuoi potenziali profitti. Questo rende ancora più importante studiare con attenzione una strategia di copertura che risulti efficace, che valga il proprio costo. La prima cosa da fare è conoscere gli strumenti che hai a disposizione, primi fra tutti, i prodotti derivati.

Come sappiamo, e come indica il loro stesso nome, questi strumenti finanziari non hanno un comportamento autonomo. Il loro valore deriva infatti dal valore di mercato di altri beni, dall’andamento di una attività o dal verificarsi nel futuro di un evento misurabile.

Questi elementi da cui dipende il valore del prodotto derivato ne costituiscono il sottostante. Esso può avere natura finanziaria – ad esempio essere un titolo azionario, un tasso di interesse e di cambio o un indice – oppure reale – come l’oro o il petrolio.

Nelle operazioni di hedging, solitamente, si acquistano o cedono uno o più derivati il cui valore sia legato alla stessa fonte di rischio che condiziona il valore della posizione da coprire. Questi rischi possono essere prezzi, tassi di interesse, tassi di cambio tra valute o variabili imprevedibili. Le opzioni sono uno degli strumenti finanziari più utilizzati per questo tipo di operatività.

I pro delle opzioni

Le opzioni sono uno strumento derivato regolamentato estremamente versatile. Possono essere utilizzate per una varietà di obiettivi di investimento, come ottenere un rendimento di medio-lungo periodo o rendere attuabili strategie che non si possono realizzare con altri prodotti finanziari. Una delle applicazioni più vantaggiose delle opzioni si trova nelle strategie di copertura.

Le opzioni hanno infatti un’elevata leva finanziaria e aprono la possibilità di ottenere profitti anche molto consistenti pur a fronte dell’investimento di un capitale modesto (leggi sotto anche quali sono i rischi). Hanno inoltre la caratteristica di coprire i rischi senza annullare, allo stesso tempo, i benefici potenziali.

Supponiamo ad esempio che tu possieda un portafoglio diversificato di azioni e decida di difenderti dal rischio di ribasso acquistando opzioni put sull’indice azionario. Nel caso di un rialzo del mercato otterresti un beneficio, in quanto possessore di azioni, a fronte di un costo fisso massimo pari al premio pagato per le put; se invece il mercato azionario scendesse, avresti una flessione nel valore delle azioni, ma un profitto sulle opzioni put pur a fronte del premio pagato, che non ti sarebbe comunque restituito.

Le opzioni mettono a tua disposizione molte strategie per limitare la perdita potenziale di un investimento. Tra queste, la bull spread – se la visione del mercato è di un lieve rialzo – o la bear spread – se si prevede al contrario un lieve ribasso.

In altri casi, la previsione di un movimento di prezzo nel sottostante potrebbe non avere sufficientemente chiara la direzione. Mettendo in atto uno straddle (o strangle) puoi acquistare contemporaneamente un’opzione call e un’opzione put con uguali sottostante, scadenza e strike. In questo modo, sarai allo stesso tempo lungo e corto sul sottostante: sia in caso di rialzo che di ribasso, una delle due opzioni acquistate risulterà ITM e genererà un profitto, mentre l’altra verrà abbandonata.

Ci sono dei contro?

Ora che abbiamo evidenziato – anche se rapidamente – le grandi potenzialità delle opzioni nelle strategie di copertura, dobbiamo assolutamente spendere due parole sul rovescio della medaglia. Anche questi preziosi strumenti finanziari nascondono infatti delle insidie che è bene non sottovalutare.

Molti trader sono attirati dalla loro elevata leva finanziaria che, come abbiamo detto, permette di non dover investire ingenti capitali per ottenere (potenzialmente) profitti elevati. Tuttavia, a volte viene sottovalutato il fatto che la leva funziona in senso biunivoco: così come vengono amplificati i profitti se le cose vanno bene, allo stesso modo lo sono le perdite nel caso contrario. La leva comporta la maturazione di profitti e perdite sul vero valore investito e non solo sul capitale nominale. La leva va utilizzata con il contagocce negli investimenti, o con cognizione di causa, se vogliamo dirla diversamente!

Un altro problema spinoso delle opzioni è quello della determinazione del loro valore o, meglio, della loro stima. Le logiche che portano alla formazione dei loro prezzi e le dinamiche che si manifestano nei prezzi stessi sono un aspetto essenziale e critico, che richiede complesse attività di analisi.

Le difficoltà non si esauriscono qui. Ulteriori elementi da considerare sono ad esempio i diritti e gli obblighi di varia natura che possono entrare in gioco alla scadenza dei contratti. Subentrano inoltre logiche differenti nel caso in cui le posizioni vengano mantenute fino alla scadenza dei contratti o meno.

Ancora, il ruolo delle due controparti in ogni contratto è molto più complicato rispetto a quanto accade nel mondo degli strumenti tradizionali, dove generalmente si hanno un compratore che entra in posizione e un venditore che ne esce.

Insomma: il lato negativo delle opzioni è, riassumendo, che sono strumenti molto complessi. Fortunatamente, si tratta di un problema risolvibile. Come? La parola chiave è formazione. Ogni difficoltà che abbiamo menzionato è in realtà superabile attraverso la conoscenza dettagliata di questi strumenti. Comprendendo a fondo il loro profilo di rischio e rendimento e assicurandoti una solida familiarità con le strategie di gestione delle posizioni aperte, le opzioni potranno diventare un’importante freccia al tuo arco.

In conclusione

Potresti aver avuto l’impressione di ricevere input contrastanti da questo articolo: da un lato ti abbiamo suggerito quanto le opzioni potrebbero essere strategicamente preziose per il controllo del rischio finanziario, dall’altro ti abbiamo spaventato evidenziando i molti elementi critici che devi essere in grado di gestire.

La morale di tutto questo è in realtà molto semplice: ogni strumento risulta utile solo se sai bene come usarlo. È vero, alcuni strumenti sono più semplici di altri. Ci vuole un istante per capire che una scala, ad esempio, va posizionata in verticale e non in orizzontale. Per comprendere il funzionamento delle opzioni servirà molto più tempo, ma le istruzioni ci sono e le hai potenzialmente a portata di mano.

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